Ciao, mi chiamo Ferruccio e sono un professionista nell'ambito IT nei guai per colpa degli Studi di Settore. Parlando con amici ho scoperto che non sono l'unico in questa situazione, ma uno dei pochi che ha la volontà di narrartela e condividerla in modo che tu possa comprenderla. Offro la mia testimonianza per un fisco e una società civile migliore.

Questo blog è come un manga, va letto al contrario: dal post più vecchio a quello più recente.

martedì 22 dicembre 2009

E' ora di documentarsi bene

Dato che a poco sono servite le migliori spiegazioni, devo ora capire i costi a cui vado incontro.

Un amico ha già risposto ad un mio appello via LinkedIn per fornirmi un altro supporto fiscale: opera in un altra zona, si è specializzato nei ricorsi tributari, segue normalmente i clienti che hanno problemi a torto o ragione con il fisco.
Insomma una voce autorevole e certamente non collegata allo studio di commercialista a cui mi appoggio da tanti anni.

Tuttavia le sue parole non sono dissimili da quelle che ho già sentito dal mio commercialista, anzi mi raccomanda:
«Tratta la vicenda come un imprenditore: guarda solo i costi che stai sostenendo e quelli a cui vai incontro. Il costo è l'unica ragione che deve guidare le tue scelte, lascia stare lo spirito di giustizia, lascia stare le questioni di principio, queste ultime sono inutili e dannose in questo ambito.»

Scopro quindi che il contraddittorio è una prima fase: la possibilità di archiviazione della pratica è limitata per livello di autorità dell'impiegato del fisco e per importo.
Nel mio caso pare che l'importo sia superiore alla capacità discrezionale anche della capo area.

L'Agenzia delle Entrate non ha il compito di cercare l'evasore e farlo pagare, ma quello di incassare e recuperare parte dei miliardi di euro che annualmente sono sottratti al fisco: non importa se a pagarli è un evasore o meno. Inoltre siamo a dicembre e devono chiudere l'anno raggiungendo certi obiettivi (numero di pratiche trattate, importo recuperato, forse numero di evasori scoperti e non so che altro).

Seguono al contraddittorio o l'adeguamento alla cifra pattuita tra contribuente e fisco, o l'accertamento, termine infelice:
non indica che faranno una verifica, la verifica è già stata fatta in fase di contraddittorio, il redditometro pure: non avendo trovato incogruità tra reddito dichiarato e redditometro, silentemente hanno evitato di citarlo, sarebbe stato un altro punto a mio favore.

Si chiama "ACCERTAMENTO" ma è l'emissione delle cartelle di pagamento, che poi sono iscritte a ruolo e passate ad Equitalia.
Con l'accertamento ci sono almeno un paio di azioni possibili da fare rapidamente: la richiesta di "autotutela" e il ricorso in commissione tributaria in primo grado.
Ed esistono una serie di termini e istituti recenti di cui devo imparare e capire il significato ed i ruoli:
  • L'autotutela
  • Il garante per del contribuente
  • Lo Statuto del Contribuente
I costi del ricorso non sono realmente rimborsati dallo Stato nemmeno in caso di vittoria completa, ma solo, quando va bene, con una cifra simbolica molto inferiore ai costi sostenuti; inoltre le spese del ricorso non sono detraibili dalle tasse e non sono imputabili alle spese dell'impresa.
Nel frattempo anche i quotidiani hanno titoli circa le sentenze della Cassazione che invalidano gli Studi di Settore come presunzione semplice, facendoli diventare "semplice strumento statistico di indagine".
Degli amici di famiglia gestiscono un piccolo studio anche legale oltre che amministrativo, proverò a sentirli nei prossimi giorni.

Da oggi in tarda mattinata è disponibile il conteggio esatto dell'ultima offerta dell'Agenzia delle Entrate, quando sono passato nel pomeriggio l'impiegato era molto occupato e temo con la neve di non riuscire nemmeno domani a ritirarlo.

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